Cosa vuol dire praticare e ricevere shiatsu

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1° Ricevere

 

Cosa vuol dire ricevere un trattamento shiatsu? A prima vista si potrebbe pensare che sia sufficiente sdraiarsi su un futon, rilassarsi, e lasciar fare all'operatore. Questo va bene per un massaggio da un'estetista. Per un trattamento shiatsu è un po’ più complesso....
La prima cosa che come terapista chiedo ad un nuovo paziente è se abbia mai ricevuto trattamenti shiatsu, nel 90% dei casi la risposta è No. La seconda domanda è se abbia mai ricevuto trattamenti di contatto, massaggi di qualsiasi tipo, la risposta è No oltre nel 70% dei casi.
Questo indica che nel nostro paese la convinzione predominante è che i massaggi sono una cosa da signora snob o da sportivo professionista. Per fortuna questa mentalità sta cambiando. Comunque rimane sempre una certa apprensione quando si decide di iniziare un ciclo di trattamenti.

Per prima cosa occorre selezionare un professionista con alle spalle una scuola di riconosciuta esperienza, con un percorso formativo di almeno tre anni e con esami finali degni di questo nome.
Una volta selezionato l'operatore giusto si può cominciare.

Uno dei più grossi ostacoli che ho visto è legato all’abbigliamanto, problema sentito soprattutto dalle donne, lo shiatsu ha il vantaggio di essere praticato su persone vestite, certamente aiuta un’abbigliamento adeguato, si può trattare una persona in giacca e cravatta ma è un po’ eccessivo...
Qual’è l’abbigliamento corretto? molto semplice, una maglietta qualsiasi, pantaloni leggeri, come quelli di una tuta, calzettine di cotone, e basta. Evitare i tessuti sintetici, il cotone va benissimo.
Evitare busti, body e altre cose rigide tipiche dell’abbigliamento femminile. Qualsiasi cosa che stringe non è adatto allo shiatsu.

A differenza di un massaggio un trattamento shiatsu è basato su una diagnosi iniziale e un successivo trattamento delle parti che la diagnosi ha indicato. La diagnosi si fa in quattro modi, guardando, ascoltando, chiedendo e toccando. vengono usati sempre tutti e quattro i metodi di diagnosi.
La base dello shiatsu è il il rapporto che si basa tra praticante e ricevente, è uno scambio, di informazioni e di energie. Per questo è necessario che il ricevente sia a suo agio e abbia piena fiucia nel praticante. Il luogo del trattamento deve essere caldo, rilassante e riservato per salvaguardare la privacy del ricevente. Solo in questo modo è possibile entrare in contatto o meglio sentire l’energia del ricevente e fare una diagnosi efficace.

Lo shiatsu non ha controindicazioni, una diagnosi sbagliata porta solo ad un'efficacia inferiore del trattamento.
Ma ci possono essere effetti negativi?
Talvolta alcune persone lamentano una notevole spossatezzaa al termine del trattamento e nei giorni successivi, dandone la colpa al trattamento. Fermiamoci e ragioniamo, lo shiatsu non comporta esercizi fisici da parte del ricevente, che rimane comodamente sdraiato per tutto il tempo.
Io ritengo che stanchezza e spossatezza siano già nella persona, che semplicemente il rilassamento portato dal trattamento abbia permesso a quello che era già presente di uscire.
Far uscire quello che è negativo non può fare altro che bene alla persona.

 

 

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2° Praticare

 

Decidere di praticare lo shiatsu è una decisione importante, e come tutte le cose importanti può essere fatto in due modi, nel modo giusto e in quello sbagliato.
Anche per praticare vale la regola base descritta sopra, scegliere una scuola che possa trasmettere l'insegamento direttamente da un maestro all’allievo.
Lo shiatsu non lo si impara dai libri, la sensibilità nel sentire può essere solo insegnata da un maestro, come dicono i giapponesi "Da cuore a cuore".
Praticare lo shiatsu avvicina alle discipline orientali del benessere, il Do-In, lo Yoga, Il Qui-Gong, molti dicono "Praticare lo shiatsu fa bene tanto al ricevente quanto al praticante", ed è vero.
Provare per credere.